Cellulari, tablet, smart watch, smart glasses: sono infiniti gli esempi di sistemi informatici di nuova generazione.
Dispositivi talmente “personal” di cui non possiamo più fare a meno, che facilitano le nostre attività giornaliere, in famiglia o al lavoro e sono soprattutto semplici e intuitivi nel loro utilizzo, poiché rispondono ai nostri bisogni più disparati.

Sicuramente quasi 50 anni fa nessuno avrebbe mai immaginato di poter fare la spesa online, prenotare un tavolo nel suo ristorante preferito attraverso un’app, oppure svolgere il proprio lavoro comodamente da casa.
Oggi la rivoluzione digitale permette di svolgere delle attività impensabili, ha creato nuove professioni e ha reso più efficiente la vita di tutti noi. Ma come e quando si è sviluppato questo processo?
Le origini del Personal Computer
A partire dai primi anni ’80 ha avuto inizio una rivoluzione che ha modificato radicalmente il panorama dell’informatica. Nasce il Personal Computer, prodotto che non si rivolge più ad un mercato di specialisti, ma ad una platea di utilizzatori che non hanno competenze informatiche specifiche.

Fino ad allora i computer erano macchine di calcolo, in grado di ricevere dati, elaborarli sulla base di istruzioni (ad esempio, calcoli matematici), per poi restituire un risultato.
Celebre esempio di questo tipo di strumenti è il Colossus che, grazie alla brillante mente di Alan Turing, permise durante la Seconda Guerra Mondiale di decifrare i messaggi in codice dei nemici tedeschi. Sicuramente soltanto un esperto programmatore sarebbe stato in grado allora di capire come approcciarsi alla macchina, ma con gli anni le dinamiche sono cambiate.

I nuovi utenti avevano bisogno di strumenti di facile uso per poter interagire con i dispositivi, per cui divenne necessario trovare una soluzione che avvicinasse di più l’utente alla macchina.
Da allora i dispositivi sono migliorati, ridotti nelle dimensioni e sempre più efficienti, hanno infinite possibilità di applicazione e sono diventati accessibili, sia economicamente ma anche rispetto alla loro fruibilità.
Gli utenti dei Personal Computer
Ma da quando si può dire che i computer siano riusciti ad entrare nelle nostre case?
Certamente il linguaggio di programmazione utilizzato e l’architettura di un programma sono sconosciuti ai più, che non hanno idea di cosa ci sia dietro ad un’app intuitiva o ad un sito internet interattivo. Ciò che li attrae è sicuramente l’aspetto grafico.

Tutto ciò è stato possibile poiché con l’evoluzione del PC è nata una nuova disciplina denominata Human Computer Interaction (HCI), che ha lo scopo di offrire utili strategie e suggerimenti nel tentativo di rendere possibile un’efficace interazione fra l’utente ed il computer, grazie all’utilizzo di una Interfaccia Grafica Utente (Graphical User Interface) che ne semplifichi il meccanismo di interazione.
Affinché questo potesse avvenire, è stato necessario modificare completamente lo sviluppo dei sistemi, che non considerano più la progettazione come fine ultimo del codice, ma la modellano mettendo al centro le esigenze dell’utente.

Dalla progettazione tradizionale al Human-Centred Design
Nella progettazione tradizionale si identificano le funzionalità che il sistema software dovrà fornire all’utente, lasciando a quest’ultimo un ruolo abbastanza marginale poiché il progettista concentra la sua attenzione sulle funzionalità e sugli aspetti tecnici connessi alla loro realizzazione.
Se l’obiettivo è la progettazione di un sistema usabile, questo approccio però non funziona.
È qui che entra in gioco l’interfaccia utente, uno strumento che permette graficamente di avvicinare l’uomo-utente alla macchina-computer, rendendo il dispositivo usabile e permettendo all’utente di utilizzare un sistema cucito su misura delle sue esigenze.

A questo punto il programmatore progetta l’interazione fra il sistema e il suo utente, con un approccio di progettazione definito Human-Centred Design.
Come costruire un’efficace interfaccia grafica?
Per farlo è necessario seguire alcuni passaggi, indispensabili per perfezionare il funzionamento del sistema.
Si prevede la raccolta preliminare delle informazioni tramite interviste individuali, questionari e interviste di gruppo di utenti, utili a far emergere aspetti rilevanti quali la categoria degli utenti, le loro caratteristiche, le loro necessità e i contesti d’uso.
Terminata la raccolta di questi dati il progettista può iniziare ad immaginare un modello di interfaccia, un prototipo, approssimativo o parziale, del sistema che si desidera sviluppare.

Quando il design concept è definito, potrà iniziare la realizzazione effettiva del sistema.
Valutare l’usabilità di un sistema attraverso il testing
Nella progettazione Human-Centred, ad ogni ciclo di iterazione è necessario effettuare dei test di valutazione sull’ultimo prototipo prodotto relativi alla sua usabilità. In questa fase si valuta il rispetto dei principi e delle linee guida dell’usabilità e si conducono dei test con gli utenti, che svolgeranno compiti tipici di utilizzo del sistema.

Chi conduce il test osserva e analizza il comportamento dell’utente per comprendere se, dove e perché esso ha incontrato delle difficoltà. Il test coinvolge la figura dell’utente che avrà il compito di provare ad utilizzare il sistema, di un facilitatore che avrà il compito di gestire la “regia” della prova, e da uno o più osservatori che assisteranno al test, annotando i comportamenti degli utenti e le situazioni in cui l’utente manifesta incertezza o commette errori. L’elenco dei problemi emersi nei test di valutazione sarà riportato in modo accurato in un rapporto di valutazione che consentirà di riesaminare e produrre un elenco di interventi risolutivi o migliorativi del prodotto.
L’app di calibrazione di Adam’s Hand®
È proprio con l’idea di mettere l’utente al centro del processo di progettazione dell’app, che abbiamo predisposto l’interfaccia grafica dedicata ai nostri tecnici ortopedici, utile per la configurazione e calibrazione di Adam’s Hand®.
Prima di passare alla vera e propria progettazione dell’interfaccia grafica, abbiamo effettuato una serie di sessioni di brainstorming che ci hanno restituito degli elementi utili allo sviluppo del primo prototipo dell’app.
Il passo successivo è stato avviare la vera e propria prototipazione.

Grazie all’utilizzo di alcuni software abbiamo realizzato dei mock-up grafici legati tra di loro tramite aree cliccabili, in modo tale che l’utente durante i test potesse passare da un’istantanea all’altra cliccando su queste aree e simulando così l’interazione con il prodotto.

Questa tipologia di prototipi risulta utile per convalidare l’impostazione complessiva del prodotto, così da ottenere rapidi feedback dagli utenti e correggere eventuali errori di progettazione.
Quando le soluzioni di progetto sono divenute via via più complesse e complete, così da definire il design concept del prodotto, abbiamo iniziato la realizzazione effettiva del sistema sviluppando i prototipi nelle tecnologie finali, che abbiamo successivamente testato.

Gran parte dei nostri sforzi sono stati dedicati allo studio dell’Interaction Design per garantire la migliore esperienza utente in quanto ad usabilità, che dal nostro punto di vista non è un optional. Ovviamente se il prodotto è poco usabile, o non funziona come dovrebbe, gli utenti non lo useranno.
Anche per questo motivo nello sviluppo dell’interfaccia grafica di Adam’s Hand® abbiamo lavorato per rendere l’app efficiente, reattiva e al tempo stesso user friendly. Sebbene questo sia il risultato di complesse fasi di lavoro, l’obiettivo è garantire un sistema il più possibile semplice nel suo utilizzo.

Vi parleremo più in dettaglio dell’evoluzione della nostra app in un altro articolo del nostro blog!Non vediamo l’ora di farvi scoprire di più, ma vi anticipiamo che stiamo effettuando gli ultimi miglioramenti sull’app di calibrazione di Adam’s Hand® in vista dell’atteso lancio sul mercato che avverrà nei prossimi mesi.